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Leggi cosa dicono di noi i nostri ospiti, lo staff che si occupa di loro nella Fondazione Anni Sereni Onlus, ed i loro cari

“Ciao sono Rosalba, sono entrata nel 2012 nei minialloggi della Fondazione, poi quest’anno, per alcuni problemi di salute, sono stata trasferita al 4°piano.
Amo partecipare a tutte le attività proposte in animazione, ma la mia vera passione è il canto, infatti durante le feste mi esibisco sempre, il mio cavallo di battaglia è il “Va pensiero”.
Mi trovo molto bene, mi sento ancora utile e attiva, mi mancano gli operatori quando vanno in vacanza, sono come la mia famiglia!”

Rosalba

Ospite della RSA Fondazione Anni Sereni Onlus

“Buongiorno mi chiamo Roberto, sono un ex lavoratore della SAME di Treviglio, ho 65 anni e sono entrato nella casa di riposo della Fondazione Anni Sereni il 26 gennaio di 4 anni fa. Per tenermi occupato oltre a partecipare a tutte le attività animative negli anni mi sono ritagliato alcuni “compiti”: bagno e curo le piante dell’ingresso, distribuisco i giornali ai piani e aiuto gli educatori spingendo le carrozzine e preparando la sala animazione per le varie attività. Da un anno a questa parte sono diventato il giornalista ufficiale della Fondazione, scrivo sul “Frutteto”, il giornalino interno della Casa di Riposo che viene pubblicato 2/3 volte l’anno. Tengo una cronaca delle uscite e delle feste che organizziamo all’interno della struttura. Considero la Fondazione la mia famiglia, perché ho instaurato forti legami di stima e affetto con alcuni operatori e alcuni ospiti.”

Roberto, 65 anni

Ospite della RSA Fondazione Anni Sereni dal 2014

“Sono Anna e sono di origini cremonesi, mi sono trasferita a Caravaggio nel 1962, dove ho vissuto fino a qualche anno fa. Il 1 giugno 2017 sono entrata in un appartamento della Fondazione, il numero 6 quello di color lilla, mi sono sentita subito a casa, amata e coccolata da tutti.
Tengo in ordine il mio appartamento, anche se tutte le mattine passa la signora dell’impresa di pulizie, a pranzo e a cena mangio (benissimo) nella sala pranzo in compagnia degli altri inquilini e degli altri ospiti. Una volta a settimana vado a casa di mia figlia, ma se ci sono delle feste preferisco restare in fondazione a cantare e ballare, insomma a divertirmi. Partecipo sempre a tutto quello che l’animazione propone, anche alle gite. Due anni fa sono andata con loro a Roma a trovare il papa e quest’anno a giugno siamo andati una settimana a Rimini. Vado d’accordo con tutti: ospiti, operatori e volontari, ho trovato tantissime persone speciali.”

Anna

Ospite dei Mini Alloggi dal 2017

“Ciao sono Rosetta, ho 76 anni e sono entrata in questa struttura il 18 dicembre di ben 20 anni fa. Prima di venire qui ho sempre vissuto a Castel Cerreto, una bellissima frazione di Treviglio. Ho una bellissima stanza al 5°piano, con un bel balcone e una meravigliosa vista dei campi che mi ricorda tanto casa mia. Sono una veterana della struttura, mi trovo benissimo, aiuto gli operatori del piano sparecchiando e pulendo i tavoli e in animazione spingo le carrozzine. Grazie alla Fondazione, per la prima volta nella mia vita, quest’anno ho visto il mare. Amo partecipare alle gite, alle feste e chiacchierare al bar con parenti e amici.”

Rosetta, 76 anni

Ospite della RSA Anni Sereni dal 2000

“Desidero ringraziarvi di cuore per l’assistenza che avete prestato a papà Giuseppe. La Vostra struttura è meravigliosa, gli spazi accoglienti, l’ordine, la pulizia. Eccezionali. L’animazione degli ospiti viva, il calore umano percepibile, la presenza, la condivisione delle informazioni, ineguagliabili. Continuate così. Grazie”

Roberta Tallone, Treviglio (BG)

“Vi siamo riconoscenti per l’umanità con cui medici e infermieri si sono presi cura di mamma Veronica. Vi auguriamo di proseguire così nell’amorevole cura degli anziani. Lorena, Francesca e Pierluigi

Lorena, Dalmine (BG)

“Buongiorno a tutti!! Sono Fabiola la referente della lavanderia. È un piccolo servizio che offre la Fondazione Anni Sereni, ma di grande importanza per i nostri cari ospiti. Il mio ruolo in questo reparto è quello di supervisionare il lavoro della mia èquipe e verificarne il corretto funzionamento. Non è un servizio di primaria necessità, ma penso che abbia una certa importanza nella permanenza in Fondazione degli ospiti, in quanto permette loro di essere sempre in ordine, con “abiti puliti e profumati”. Purtroppo non possiamo farli sorridere con una parola dolce o una piccola carezza, ma qualcosa di positivo per loro lo facciamo anche noi.
Il mio gruppo di lavoro (formato da me e altre quattro persone) si impegna a fornire ogni giorno un servizio ottimale. Preciso innanzitutto che il lavoro svolto viene tutto registrato a computer in quanto nel 2010 è stato installato un efficiente sistema computerizzato in modo che gli indumenti vengano tutti registrati escludendo il rischio dello smarrimento.”

Fabiola Marta

Referente Lavanderia, Fondazione Anni Sereni Onlus

“Buongiorno, sono Patrizia la magazziniera della Fondazione Anni Sereni. Prima di svolgere questa mansione ero un operatore della cucina, poi ho iniziato a sostituire il precedente magazziniere quando era in ferie o in malattia, quando è andato in pensione mi hanno proposto di farlo a tempo pieno…e così sono 10 anni che gestisco tutto il magazzino della F.A.S. Un lavoro che mi piace molto, il mio compito è quello di far avere ai nostri cari ospiti tutto quello che riguarda le “materie prime”: alimenti, pannoloni, detergenti igiene solo per farvi alcuni esempi. Come aiuto per consegnare i vari carrelli in tutti i nuclei ho Clara, un’operatrice della lavanderia che ogni mattina viene in magazzino ad aiutarmi nella consegna delle merci; quando sono assente mi sostituisce Marisa un’operatrice della cucina. Non sono molto a contatto con gli ospiti però quando mi vedono arrivare nei nuclei con i miei carrelli sempre carichi, un sorriso, un saluto o un bacio mi viene sempre offerto. Alcuni ospiti mi hanno dato anche un sopranome: Speedy… forse perché sono sempre di corsa!”

Patrizia

Magazziniera , Fondazione Anni Sereni Onlus

Oss, Asa, ausiliarie, operatrici… indipendentemente da quello che c’è scritto sulla carta, la nostra è la figura professionale che passa e spende più tempo a contatto con gli ospiti. Quello che facciamo può essere descritto in due giornate o in due minuti, sinteticamente possiamo dire che seguiamo gli assistiti in tutto e per tutto in quelli che sono i loro bisogni primari, quindi: igiene personale, bagni, s/vestizione, alimentazione, deambulazione, utilizzo servizi e mantenimento capacità residue (ovviamente tutto coordinato in un lavoro d’èquipe con le altre figure professionali). Proprio perché, come detto sopra, stiamo tutto il giorno con loro, in teoria siamo le persone che li conoscono meglio. Per CONOSCERE intendiamo dire che, con i “nostri” anziani, è necessario che si instauri un rapporto di fiducia funzionale per poter entrare nella loro sfera privata ed intima. Capire e scoprire quali sono/erano le loro abitudini, i loro gusti e le loro storie passate è fondamentale per giocare d’anticipo sui loro bisogni. Per quanto riguarda la nostra esperienza personale, noi svolgiamo il nostro lavoro all’interno del Nucleo Protetto Alzheimer il quale ospita persone con determinate caratteristiche e quindi esigenze diverse rispetto agli ospiti degli altri reparti. La prima vera particolarità del nostro ambiente è subito specificata nel nome: è protetto, quindi chiuso, non perché non si possa entrare (nonostante comunque non ci sia libero accesso) ma per evitare che gli ospiti escano senza supervisione mettendo a rischio la loro incolumità. La seconda e la terza e la quarta e la millesima particolarità del nucleo sono proprio loro, GLI OSPITI, i quali hanno nel vagabondaggio, decadimento cognitivo e perdita della memoria le loro peculiarità principali. Dobbiamo far sì che non “scappino” per andare a prelevare, per andare a stimbrare, per andare a trovare la mamma, per andare a fare il 730, ecc. L’ambiente quindi è stato adattato a loro: porte chiuse a chiave per evitare confusione e ampio spazio comune completamente finestrato per permettere il naturale riconoscimento del giorno e della notte (causa disorientamenti spazio-temporali); lungo corridoio e salone semicircolare liberi da impedimenti per garantire il facile cammino (causa wandering)…
Non si ricordano perché sono qui, non sanno chi siamo noi, vivono di ricordi lontani nel tempo che a loro sembra sia un passato prossimo, l’unico loro orizzonte è il loro corpo che spesso non sanno più come si fa a gestire. Allora, se è vero che “nulla fa più ridere di una persona che cade e delle scorregge” (Patch Adams), se “una risata ci seppellirà tutti” (Charlie Chaplin), tanto vale vivere positivamente queste tragicommedie. Tanto vale lanciare una battuta che li distolga dalla frenesia dei loro pensieri; tanto vale seguirli nei loro ragionamenti per poi indirizzarli al suono di una risata; tanto vale portarli a fare una gita al Parco del Roccolo per stare tutti insieme in una giornata di svago (per loro e in fondo anche per noi) al suon di canzoni d’annata, polenta e brasato con gli alpini e i parenti.. TANTO MEGLIO! Per coloro i quali vivono nella finitudine del loro corpo senza memoria, il canale comunicativo migliore diventa proprio il sorriso, che è il più carnale tra i linguaggi…non possiamo dire “BUONGIORNO!” tenendo il muso.”

Martina e Federica

ASA/OSS, Nucleo Alzheimer Fondazione Anni Sereni Onlus